F. Mariani Arcobello: Socialista di frontiera

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Titel
Socialista di frontiera. L’avvocato Francesco Nino Borella (1883-1963).


Autor(en)
Mariani Arcobello, Francesca
Reihe
Quaderni di Storia del Movimento Operaio nella Svizzera Italiana 14
Erschienen
Bellinzona 2008: Fondazione Pellegrini Canevascini
Anzahl Seiten
268 S.
Preis
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Rosario Talarico

A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso la biografia storica sembra aver ritrovato nuova dignità nell’ambito dei generi storiografici, dopo essere stata esiliata da quel rinnovamento degli studi che aveva indicato i limiti di una ricostruzione del passato fondata solo sull’avvenimento e gli «uomini illustri». «Non l’uomo, mai l’uomo, le società umane, il gruppo organizzato», scriveva lucien Febvre, invitando i ricercatori a spostare l’accento sui fenomeni collettivi, i rapporti economici, le dimensioni antropologiche. Studi recenti hanno però collocato in una nuova prospettiva il rapporto individuo-società e hanno mostrato quanto possa essere proficuo alla ricerca storiografica coniugare il carattere astratto dei gruppi e dei fenomeni con la dimensione individuale. Secondo Philippe levillain, la biografia, «se non isola l’uomo dai suoi dissimili o se non lo esalta a loro spese, è il luogo per eccellenza della condizione umana nella sua diversità» e uno studioso del calibro di Jacques le Goff è giunto addirittura a definirla «l’apice del mestiere dello storico».

Il libro di Francesca Mariani Arcobello sull’avvocato socialista Francesco Borella rappresenta un esempio riuscito di quanto la biografia storica, se affrancata da preoccupazioni agiografiche e ricostruita con intelligenza, spirito critico e rigore scientifico, possa risultare un valido strumento della cosiddetta «nuova storia politica». Il saggio si inserisce nel solco tracciato da Nelly valsangiacomo, autrice delle biografie del sindacalista Domenico visani e del leader del socialismo ticinese Guglielmo Canevascini, cui fa seguito il recente profilo sulla figura di Federico Ghisletta curato da Pasquale Genasci. Non sorprende d’altra parte, viste la longevità politica dei personaggi che «fecero il socialismo» in Ticino e la loro carismatica personalità, se proprio l’approccio biografico allo studio del movimento operaio non solo vada tenuto presente, ma si riveli un irrinunciabile strumento conoscitivo.

Francesco Borella, nato nel 1883, discendeva da una famiglia influente di Mendrisio, studiò diritto a Berna, esercitò la professione a Chiasso e, dopo una breve militanza nell’Estrema radicale, approdò nel 1912 – quando questa corrente riconfluí nel partito liberale – al Partito Socialista Ticinese. Si trattò a quei tempi di una scelta singolare, sia perché Francesco abbandonò il tradizionale referente politico della famiglia Borella, sia per la sua estrazione borghese, che gli procurò frequenti sospetti e diffidenze nelle file del movimento operaio. A tale proposito, a sostegno dell’autenticità del suo pensiero, scriveva: «Non sfrenata ambizione, non smania di farmi notare, non libidine di cariche, ma corretto procedere sulla retta via segnata nella carta topografica della mia vita è quindi la spiegazione della mia entrata nel partito socialista». Legatosi in particolare alla corrente canevasciniana – il sodalizio con il leader durò l’intero arco delle loro vite –, ricoprí funzioni direttive nel partito e cariche pubbliche. Questa carriera lo portò a divenire, con Guglielmo Canevascini e Edoardo Zeli, uno dei piú importanti dirigenti del partito, esponente della sua ala moderata. Fu municipale a Chiasso dal 1920 al 1956, sedette in Gran Consiglio quasi ininterrottamente dal 1917 al 1963 e, a piú riprese, in Consiglio nazionale: nel 1922, dal 1928 al ‘35 e ancora dal 1943 al ’47.

Questa intensa militanza politica viene ricostruita dall’autrice con scrupolo e rigore e suddivisa in quattro grandi periodi corrispondenti a momenti importanti sia della vita del protagonista sia delle vicende storiche entro le quali si trovò ad operare. Nella prima parte è affrontato il debutto sulla scena politica cantonale, la rapida carriera nel PST e le attività nei consessi istituzionali fino 1922. Seguono poi gli anni caratterizzati soprattutto dall’impegno nella lotta antifascista e dalla difesa del diritto di asilo dei fuorusciti italiani, culminato con l’assistenza legale prestata in occasione del processo Bassanesi nel 1930. Da metà degli anni Trenta fino alla conclusione del conflitto mondiale l’azione di Borella si concentrò dapprima sulle agitazioni sindacali e sulle difficoltà derivanti dalla crisi economica e in seguito nell’opera di assistenza ai rifugiati italiani alla caduta del regime mussoliniano. L’ultimo periodo è consacrato, tra l’altro, al sostegno di Borella in favore della ricostruzione di un’italia democratica e repubblicana e alle sue attività politiche cantonali fino al termine della sua lunga carriera e al decesso avvenuto nel 1963.

Un arco di tempo lungo e denso di avvenimenti, che Francesca Mariani Arcobello sa ricostruire con competenza, precisione ed equilibrio. Impresa assolutamente non facile, se si tiene presente che si tratta di un quadro d’insieme complesso e sfaccettato, nel quale interagiscono strettamente i molteplici ambiti della militanza politica e civile dell’avvocato di Chiasso. Cosí il percorso biografico ed umano si misura sia con i diversi livelli della partecipazione istituzionale – dal locale al federale, passando per quello cantonale –, sia con il ruolo centrale giocato nel partito e nelle organizzazioni socialiste, dove Borella contribuí a definire indirizzi e strategie, ma si confrontò pure con contrasti e spaccature – in particolare tra la corrente sindacale e quella politica – e con rivalità personali. Fa da sfondo infine il piú generale contesto internazionale: si pensi a questo proposito ai grandi avvenimenti del xx secolo come la rivoluzione bolscevica e l’internazionalismo comunista, i conflitti mondiali, i regimi nazifascisti, la crisi economica mondiale.

Dell’agire di Borella in quei difficili tempi, l’autrice mette in luce alcuni temi di fondo, che meglio permettono di capire il suo pensiero. Oltre alla singolare scelta di campo politico, di cui si è detto, ci limitiamo qui a ricordare il profondo attaccamento intellettuale e sentimentale all’italia, sicuramente favorito dalla vicinanza della frontiera. Un’italianità inscindibile dai valori democratici e repubblicani, che lo portò inizialmente ad aderire alla sezione ticinese della Dante Alighieri e in seguito a reagire tempestivamente e con fermezza alle minacce fasciste. L’azione antifascista di Nino Borella si concretizzò in particolare nella difesa delle istituzioni democratiche e del diritto d’asilo e nel sostegno alla resistenza dei fuorusciti, con alcuni dei quali – ad esempio Randolfo Pacciardi – allacciò legami di amicizia intensi e duraturi. Questo atteggiamento culturale lo spinse a sostenere all’interno del PST una visione aperta dell’azione politica, che travalicasse l’orizzonte cantonale e sapesse proporsi come lotta ai totalitarismi, assegnando a «libera Stampa» il ruolo di cassa di risonanza internazionale dei valori di libertà, democrazia e giustizia sociale.

Borella mise al servizio dei rifugiati italiani, soprattutto negli anni 1943-45, la sua professione di legale; attività che svolse piú in generale per molti «compagni» di partito, al punto da essere definito l’avvocato del movimento operaio ticinese. La sua formazione universitaria, atipica in chi aderiva all’epoca al socialismo, gli permise di ricoprire cariche importanti, ma gli creò spesso problemi. I rivali, anche a causa delle sue posizioni moderate, lo consideravano come un intruso, e lo additavano come «il borghese che vuole fare il socialista».

Tra lo storico e l’oggetto della sua indagine si crea uno stretto legame, a maggior ragione se si tratta di una biografia. Le incursioni nella vita del personaggio, lo scandagliare le pieghe intime della sfera privata, la necessità di assumere il suo punto di vista, di coglierne non solo il pensiero, ma anche i sentimenti e le passioni, comportano spesso simpatia e partecipazione, forse anche complicità. Sebbene questa simpatia trapeli sovente dalle pagine del saggio, Francesca Mariani Arcobello dimostra di saper mantenere distanza critica ed equilibrio di giudizio. Se assolve, ad esempio, Borella dalle accuse di opportunismo mossegli dai rivali, osservando che opportunità ben piú prestigiose avrebbe ricavato nell’ambiente politico di famiglia, riconduce la perenne rivalità con Edoardo Zeli all’interno di un contesto piú ampio, che supera i personalismi, le ragioni e i torti, per approdare a visioni e ideali politici diversi e poco conciliabili.

Personalità forti, caratteri decisi e pragmatici come quelli di Canevascini, Borella e Zeli incisero profondamente sul partito e ne condizionarono scelte e strategie. Ma il loro fu anche un presenzialismo ingombrante e scomodo, poiché soffocò le generazioni piú giovani, che si videro a lungo precluse le possibilità di carriera politica all’interno del partito e l’accesso alle cariche istituzionali. «Creare i ricambi per il gruppo dirigente – si afferma nel volume pubblicato in occasione del centenario del PS – e saperli inserire al momento opportuno è quindi un’arte che influisce in maniera importante sulla storia del partito ». E Nino Borella non sfuggí a questa contestata pratica. In età ormai avanzata seppe però accettare l’idea di un progressivo ritirarsi a vita privata, meglio dell’amico Canevascini, che visse fino all’ultimo «con grande sofferenza la perdita della leadership».

Questo documentato volume non rappresenta quindi solo un importante contributo alla storia del socialismo ticinese, ma offre anche strumenti per conoscere meglio la cultura politica della classe dirigente del Cantone.

Citation:
Rosario Talarico: Rezension zu: Francesca Mariani Arcobello, Socialista di frontiera. L’avvocato Francesco Nino Borella (1883-1963), Bellinzona, Edizioni Pellegrini Canevascini, 2008. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, Nr. 147, 2010, S. 165-167.

Redaktion
Veröffentlicht am
17.10.2011
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Die Rezension ist hervorgegangen aus der Kooperation mit infoclio.ch (Redaktionelle Betreuung: Eliane Kurmann und Philippe Rogger). http://www.infoclio.ch/
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